Sono passati più di due lustri da quando visitai l'Antica Stamperia Fabiani a Petritoli, alla cui descrizione dedicai tre facciate della rubrica "Andar per Musei" di Graphicus (n. 991 novembre 2002). Noto all'estero più che in Italia, ancor oggi troppi, che siano stampatori o altro, non hanno sentito parlare di questo grazioso borgo posto su un'altura della Val d'Aso, in provincia di Fermo.
La Antica Stamperia Fabiani, nata nel XIX secolo in un ex monastero di suore col niome di "Tipografia A. Manuzio", ospita tra l'altro, quello che secondo gli esperti è il più antico torchio tipografico Amos Dell'Orto in ottimo stato esistente e funzionante in Italia. Datato 1841, è un torchio in ghisa con base a crociera in legno. Altre notevoli macchine da stampa, sempre perfettamente funzionanti, sono il torchio manuale in ghisa della L. Magnoni e Figli (Monza), datato 1850 circa; la macchina pianocilindrica, Carlo Magnoni & C. Monza, ancora del 1850, e una platina Boston della fonderia C.M. Zini (Milano), del 1880.
La tipografia, che andò avanti per alcune generazioni, produsse stampati e libri fino agli anni '80, naturalmente anche con macchine moderne che furono poi trasferite in un nuovo laboratorio.
Le antiche e pregiate macchine rimasero nella loro sede naturale e Giancarlo, per ricordare e onorare degnamente la sua famiglia di Stampatori, volle conservare la Stamperia integralmente com'era, trasformandola in una sorta di museo didattico della stampa, dove oggi si possono ammirare attrezzi, cliché d'epoca in rame e in legno, moltissimi tipi di caratteri (in lega di piombo e in legno), fregi, il tutto accuratamente inventariato (è disponibile una pubblicazione che ne riporta la classificazione completa).
Un progetto per gli studenti
Così oggi la Stamperia è più viva che mai, non per produrre, ma per svolgere una essenziale funzione didattica: «nel nostro borgo non c'è bambino o ragazzo che non sappia cosa sono i caratteri in piombo, che non abbia il proprio nome composto a mano e stampato a torchio, che non sappia chi fossero Gutenberg o Manuzio» tanto da far affermare a uno di loro nel vedere all'opera il torchio "ma questa allora è la stampante di mio nonno!" ci dice Giancarlo Fabiani, attivo e instancabile promotore di corsi ed eventi.
La Stamperia mette a disposizione degli studenti le proprie antiche e preziose attrezzature, ma anche personale che illustra le fasi e delle tecniche della stampa, così come veniva effettuata nel XIX e all'inizio del XX secolo.
L'ampio locale della Stamperia accoglie gli studenti cui viene spiegata sinteticamente la storia della Stampa e della famiglia Fabiani, "Stampatori in Petritoli dal 1903"; la fase successiva prevede l'illustrazione dei caratteri da stampa (normalmente vengono usati quelli in lega metallica costituita da piombo, stagno, antimonio in varie percentuali e piccole quantità di rame) e la composizione a mano.
Non solo, ma alla Stamperia, oltre a conoscere e imparare e segreti dell'arte nera, si seguono corsi di incisione o di pittura, il tutto nell'ambito di una intensa e continua attività culturale che fa di questo borgo marchigiano, uno dei centro più vivaci dell'Italia centrale.
Una attività culturale che va dai concerti per organo, al concorso internazionale per oboe che richiama maestri da tutto il mondo, all'intensa attività filodrammatica nel Teatro dell'Iride.
Un borgo da visitare e conoscere
Giungiamo a Petritoli una sera di fine luglio, mentre alla Stamperia termina la lezione introduttiva del corso di linoleumgrafia, frequentato da 'ragazzi' dai 15 ai 75 anni di età. Intanto ci raggiunge il pittore Giuseppe Alesiani, che qui terrà un corso di pittura per tutte le età.
Per una visita di Petritoli può bastare un'ora, ma si può approfondire sotto l'opportuna guida di uno dei soci dell'Archeoclub e di Ilio Cuccu, che animano il borgo, con le proprie attività e le pregevoli pubblicazioni: tanto da attirare un congruo gruppo di residenti stranieri 'di lusso', per la maggioranza belgi, irlandesi, svizzeri, che qui cercano tranquillità, compagnia, cibo a aria sani e una vista mozzafiato sulla campagna, le colline del Piceno fino ai Monti Sibillini.
Panorama che è bene godere dalla cima della Torre Civica, costruita nel 1832, sembra, per far concorrenza al centinaio di campanili delle chiese di Fermo e al confinante Stato Pontificio: e a Petritoli, infatti, l'ora la suonano le poderose campane civiche, in concorrenza a quelle del parroco.
Per il resto, tutto il borgo riserva sorprese dai palazzi delle famiglie bebenstanti che nell'800 costruivao qui i loro palazzi residenziali o di villeggiatura, tutti rigorosamente in mattoni, come del resto in gran parte delle Marche, al grazioso Teatro dell'Iride, una bomboniera che ospita una intensa attività di sommedie e concerti, che culminano con il prestigioso Concorso Internazionale di Oboe intitolato a Giuseppe Tomassini (Petritoli 1915-1987), prestigioso oboista vissuto a Roma, dove è stato primo oboe solista nell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia (l'edizione di quest'anno si svolgerà dal 3 al 5 ottobre).