L’attività di ricerca di materiali alternativi alla plastica è sempre più intensa. A livello globale sono allo studio innovazioni per trovare alternative rinnovabili capaci di ridurre l’enorme impatto sull’ambiente causato dal nostro uso della plastica. Molte sono le soluzioni già esaminate, ma ad oggi non si è ancora trovato un materiale in grado di offrire i grandi vantaggi della plastica, ma privo dei suoi effetti devastanti. Invece di aspettare questo magico materiale che potrebbe non arrivare mai, gli acquirenti di packaging preoccupati dal cambiamento climatico dovrebbero cominciare a prendere in considerazione le soluzioni alternative esistenti, passando quindi ai materiali compositi.
Sono già in commercio soluzioni collaudate di packaging che combinano materiali rinnovabili come il cartoncino con un ridotto quantitativo di plastica, riducendo l’impatto climatico di oltre l’80% rispetto agli imballaggi tradizionali realizzati in sola plastica.
Uno degli imballaggi più comuni nel settore alimentare è la vaschetta in plastica, in seguito sigillata per il trasporto al consumatore. Una facile alternativa all’uso esclusivo della plastica è l’utilizzo di un materiale composito come il cartoncino rinnovabile spalmato con un sottile strato di plastica che crea una eccellente barriera contro umidità, grassi e odori. Se la rigidità e la resistenza necessarie alla sua realizzazione si devono alle fibre del legno, le proprietà di barriera della materia plastica ne completano la funzionalità. Questo semplice cambio di materiale è in grado di ridurre l’impatto climatico di oltre l’80%.
“La plastica è un eccellente materiale da imballaggio. È facilmente lavorabile, versatile e garantisce la tenuta necessaria nel packaging alimentare, soddisfando severi requisiti in materia di igiene,” spiega Stefan Söderberg, Sales Manager New Products di Iggesund Paperboard. È lui ad occuparsi del lancio sul mercato di Inverform, materiale composito di Iggesund capace di sostituire le vaschette in sola plastica riducendo in maniera significativa l’impatto sul clima.
È da decenni che alcune tipologie di confezionamento vengono realizzate con cartoncino spalmato con uno strato di plastica, ma grazie ai recenti progressi nei processi di produzione del cartoncino, si è oggi in grado di garantire una migliore funzionalità con un minore impatto sul clima. L’eterna diatriba tra materiali di origine fossile e rinnovabile ed il loro rispettivo impatto sul clima ha contribuito a dare risalto a quelle soluzioni ottenute dall’accoppiamento di plastica e cartoncino.
“Un imballaggio in plastica è normalmente ottenuto da combustibili di origine fossile e non è facilmente riciclabile,” commenta Johan Granås, Sustainability Director di Iggesund Paperboard. “Il nostro cartoncino, se messo a confronto con materiale plastico, avrà un impatto sul clima inferiore del 90% rispetto al suo concorrente. Spalmando il cartoncino con un sottile strato di plastica si ridurrà drasticamente l’impatto dell’imballaggio sull’ambiente rispetto ad una confezione realizzata in sola plastica.”
Sono almeno tre i problemi legati al consumo massivo di plastica da parte dell’uomo:
Il forte impatto sull’ambiente dovuto alla materia prima di origine fossile
Il rallentato processo di degradazione che determina l’accumulo di plastica negli oceani, ecc
Il limitato riciclo – inferiore al 40%
Oggigiorno, in alcuni casi, le bioplastiche possono rappresentare una valida alternativa. La loro origine è senz’altro migliore di quella delle materie plastiche tradizionali, ma il loro impatto sull’ambiente è ancora di poco inferiore ed il loro riciclo può essere estremamente difficoltoso. Le bioplastiche possono inoltre causare problemi in fase di lavorazione, rallentando la produttività.
“È da circa un decennio che utilizziamo le bioplastiche per la produzione dei nostri cartoncini spalmati,” aggiunge Stefan Söderberg. “Si tratta per lo più di materiali difficili da trattare in fase di lavorazione, dalle applicazioni limitate rispetto alle plastiche tradizionali e più costosi. Sono stati fatti enormi progressi in questo settore perchè sono tante le aziende alla ricerca di bioplastiche prive di componenti di origine fossile che consentano una produzione regolare sia per noi produttori del materiale, ma anche per coloro che realizzano l’imballaggio finale.”
Ma il problema plastica non finisce qui. Da una ricerca compiuta lo scorso anno da Iggesund Paperboard sugli imballaggi di generi non alimentari è emerso come la plastica venga utilizzata anche laddove il suo uso non sia strettamente necessario. Basti pensare alle confezioni per lampadine, auricolari e prodotti tessili che potrebbero facilmente ridurre il loro impatto sul clima.
“Sono molti gli imballaggi dove la plastica potrebbe essere comodamente sostituita da un materiale a basso impatto ambientale,” aggiunge Johan Granås. “Abbiamo raccolto esempi di packaging dove l’utilizzo di un materiale alternativo alla plastica ha determinato una riduzione dell’impatto sul clima del 99%. Ed è da qui che bisogna partire, investendo per ottenere queste piccole ma importanti conquiste e aspettando che il continuo processo di innovazione tecnologica trovi soluzioni alternative per gli imballaggi più difficili.”
In attesa di nuove soluzioni barriera prive di componenti di origine fossile, la domanda del mercato si è concentrata su imballaggi in cartoncino spalmati con uno strato di plastica o bioplastica.
“Nelle loro direttive in materia ambientale, i proprietari dei più grandi marchi indicano come sia necessario sostituire la plastica con materiali alternativi riducendo così l’impatto sul clima. Ed il loro numero cresce di mese in mese,” conclude Johan Granås.
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